Chi sosteniamo

  • Culturalmente, la persona con disabilità deve fare i conti con il pregiudizio sociale che la vuole sempre dipendente da qualcuno, limitandola fortemente nelle possibilità di fare esperienze e di misurarsi con gli altri, aspetto che negli anni ha determinato il rafforzamento della logica assistenzialistica e ha dato luogo a fenomeni di emarginazione. Questo atteggiamento ha, inoltre, posto l’accento sugli interventi di emergenza mettendo in secondo piano la qualità della vita delle persone con handicap e delle loro famiglie e demandando alle “strutture protette” il loro futuro.
  • Alla luce dei recenti mutamenti culturali resi evidenti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano il 24 febbraio del 2009, e dalla legge sul Dopo di noi, approvata dalla Camera il 04/02/2016, le risposte fornite dal welfare hanno dimostrato di essere insufficienti ed impreparate ad offrire un intervento alternativo all’istituzionalizzazione ed è emersa in maniera preponderante la questione sociale della disabilità.
  • Muovendo dall’assunto che il disabile è una persona che va sostenuta nel suo bisogno di dignità e accompagnata nei passaggi per l’affermazione della propria identità, diviene necessario rispondere ad un’esigenza abitativa alternativa alle residenze sanitarie, e porre attenzione agli aspetti inerenti l’emancipazione in termini di autonomia e aumento della qualità della vita.
  • In questo senso, il presente progetto intende rispondere sia all’esigenza di sperimentazione di una forma di residenzialità a “bassa protezione” sia alla necessità di accrescere il grado di inclusione del target considerato, proponendo un percorso di preparazione al distacco dal nucleo di origine e di graduale costruzione di un progetto di vita autonoma in condivisione con altri.

Il contesto nel quale il progetto si sviluppa, il territorio di Pesaro, si configura come attento e sensibile alle problematiche sociali ed in particolare al fenomeno della disabilità in generale. Diversi sono i servizi offerti dalle Amministrazioni Comunali, dalle Cooperative Sociali, dall’ASUR e dalle Associazioni, anche se le risposte offerte dal welfare locale sono ancora insufficienti rispetto all’evoluzione e alle trasformazioni che interessano la realtà dell’handicap (impossibilità da parte delle famiglie mononucleari di gestire privatamente la situazione; innalzamento della vita media dei soggetti disabili; dibattito sociale che spinge alla deistituzionalizzazione). Inoltre, visti i problemi legati alla crisi economica e alla conseguente riduzione delle risorse pubbliche, i servizi esistenti sono rivolti principalmente ai minori, oppure destinati a tamponare situazioni estremamente gravi o ad intervenire laddove le famiglie d’origine non sono in grado. La pianificazione di interventi mirati è appannaggio di pochi, frutto di sperimentazioni che non sempre riescono ad avere un seguito ed una stabilità, anche perché finché i genitori dei soggetti affetti da handicap sono in vita, questi ultimi non rientrano in alcun programma finalizzato a promuovere un futuro autonomo e il più possibile indipendente. Nuove frontiere si aprono con la legge sul “Dopo di noi” (Legge 22 giugno 2016 n.112 pubblicata sulla G.U. n. 146 del 24 giugno 2016) che rappresenta un intervento legislativo di grande civiltà a favore di soggetti disabili gravi. In questa prospettiva, il progetto “Prove di volo” ha l’ambizione di essere un’iniziativa in grado di mettere in atto strategie efficaci x aiutare questi ragazzi e ragazze ad essere protagonisti del loro futuro. In Italia le persone con disabilità grave che vivono con i genitori sono ca 260.000. Il 64% di loro sopravvivera’ ai propri familiari, necessitando di accoglienza residenziale (ISTAT 2014). In Provincia di Pesaro ci sono 1780 persone disabili che usufruiscono di servizi, con ipotesi di bisogno di ca. 1.100 persone entro 5 anni, 1/3 dei quali non autosufficienti (ca 367)con possibilità ridotta di accoglienza in servizi residenziali locali pubblici.